GARA SOCIALE PACENGO 25 Aprile 2012 (Prove tecniche)

Ho provato a mettere in 3 D il percorso della Gara Sociale che abbiamo fatto il 25 Aprile, come prova in attesa di mettere in 3D il percorso Gorzano - Altopascio. Questo è il risultato:



Hope you enjoy!
Roberto

Una nuova sfida: PACENGO - ROMA!!

Coma si misura la vitalità di un Gruppo? In molti modi, sicuramente. Ma uno dei più forti segnali è la volontà di andare oltre. Oltre i propri limiti, oltre degli ostacoli che sulla carta sembrerebbero insormontabili. Insieme.
Un Gruppo è vivo tanto più quanto si da obbiettivi alti, ambiziosi... E questo abbiamo voluto fare, proponendoci di correre a staffetta da Pacengo fino al Caput Mundi, alla Città Eterna: Roma. Un totale di 711 Km!!!
L'organizzazione è stata curata in modo ineccepibile (con il graditissimo Patrocinio del Comune di Lazise) oltre che dal nostro Presidente Gianni Gatto anche da tutto il Direttivo del G.M.Pacengo ed in particolare dal nostro Maurizio Brentegani, il vero spin doctor dell'impresa che andremo a realizzare.
Qui sotto troverete i programmi dettagliati del percorso/podista nelle giornate che ci vedranno impegnati da Venerdi 18 a Martedi 22 Maggio 2012.
Manca ancora il programma della 3° giornata che ci verrà comunicato dal Sig. Cecconi, del G.P. Galleno, a cui saranno affidate le tappe del 20 Maggio da Motepascio a Ponte D'Arbia.

Per tutti coloro che possono essere interessati, GIOVEDI 17 MAGGIO alle 20.00 nella Chiesa di Pacengo si celebrerà la S.Messa con la benedizione del Gruppo ed in particolare dei podisti che parteciperanno alla staffetta Pacengo - Roma. Saranno presenti oltre al Direttivo ed al Presidente anche rappresentanti dell'Amministazione Comunale di Lazise (tra cui il nostro grande amico e mentore l'Assessore Bertoldi).

In bocca al lupo a tutti allora e.... Memento Aduere Semper!!!



Questo invece è un grafico del tipo di salite che ci attenderanno nella tappa Gorzano - Altopascio di Sabato 19...

MEMORIE DI UN PODISTA TRA ITALIA E GERMANIA di Massimo Buio

E' quasi ora. Ci siamo, alla fine è arrivato il momento di partire. I preparativi, le preoccupazioni di aver organizzato tutto al meglio; adesso non contano più. Sono inesorabilmente alle nostre spalle. Ora conteranno le nostre gambe, la nostra voglia di farcela, il nostro cuore.

Sono le 17,30 del 24 Giugno 2010. L'appuntamento è davanti all'Imbacadero di Lazise. I bar sono affollati di turisti e di persone intente a guardare Italia – Slovacchia; non sanno ancora che stanno assistendo ad una delle peggiori prestazioni di sempre della nostra Nazionale e che quei 90 minuti si chiuderanno con un 3-2 a nostro sfavore e ci faranno staccare il biglietti di ritorno in Italia. Con infamia.

Ma a noi ora questo non importa. Prepariamo le transenne, i microfoni.

Mancano 5 minuti alla partenza. E' arrivato il Sindaco e l'Assessore Bertoldi, la macchina dei Vigli Urbani. Tutto è pronto. Quante volte ho percorso nella mia testa questi momenti.

La tensione aumenta. Ora siamo dietro la linea di partenza con il nostro Tricolore. Finalmente, come una liberazione arrivano le 18; il Sindaco taglia il nastro ed è come se recidesse una catena che ci trattiene. PARTITI!

Il primo chilometro lo facciamo tutti assieme. In questo momento il cemento che ci unisce è la gioia ma anche il timore che qualche cosa possa andare storto. I nostri cuori sono un unico cuore che batte all'impazzata.

Usciamo da Lazise e rimaniamo io e Fabrizio (il grande “Zocca”, un uomo nato bianco e in Veneto solo per un capriccio del destino; anche il Padreterno sa che doveva nascere molto più scuro di carnagione e magari nelle savane del Kenya..). Intanto tutti gli altri tornano a casa e si preparano a partire per le 21,30.

Al terzo chilometro il Zocca mi dice “Son za stufo...” Lo rincuoro dicendogli che abbiamo “solo” 407 km che ci attendono.

Il primo dei tanti cambi che faremo, lo effettuiamo in Loc. Zuane di Rivoli. Là ad attenderci come un faro c'è il nostro grande Presidente, Gianni Gatto. Sarà sua figlia Barbara che affronterà la prossima frazione fino a Brentino. Il Presidente è teso, preoccupato per la notte che ci attende. “Un podista della tua esperienza ha superato momenti ben più difficili” gli dico io mentre lo saluto e ci diamo appuntamento per domani per le 8,00 a Bolzano Sud.

La sveglia è fissata per le 5 di oggi, Venerdì 25 Giugno 2010. Ma è già un'ora che la tensione mi ha fatto alzare. Alle 6,00 arriva il pulmino che ci porterà all'appuntamento che avevamo fissato con Gianni ieri sera.

Mentre andiamo ci guardiamo; tra noi persone che non si conoscono ma da subito l'atmosfera che si instaura è di grande amicizia, di spirito di gruppo.

Ore 7,45. Da lontano vediamo i nostri arrivare. Aspettiamo impazienti il momento di raccogliere i loro chilometri e la loro fatica per portarli con noi fino alla prossima tappa Loro andranno un po' a riposare; se lo meritano. Sono stati bravissimi: questa notte hanno già guadagnato 1 ora e mezza sulla tabella di marcia che ci eravamo prefissati.

“Butei, dai che partemo subito!” Gianni si materializza davanti a me preceduto da questa frase. Come ingranaggi di uno stesso meccanismo effettuiamo il cambio: parte Enrico e Gigliola segue in bici. Noi carichiamo le borse sul pulmino e ci avviamo verso la tappa successiva, Prato All'Isarco.

Stiamo seguendo la ciclabile ma quando arriviamo al punto di staffetta previsto, troviamo ad aspettarci...un cartello che assomiglia molto ad una statua delle Isole di Pasqua: indecifrabile. Capisco solo che c'è un'interruzione. E' scritto nella lingua del grande Goethe che però noi non capiamo minimamente. Ma il Gruppo Marciatori Pacengo ha risorse (intellettive) illimitate ed ecco viene alla luce l'intraprendenza di un personaggio particolare della compagnia: il Ragno Massimo detto “Ragnone”. Con destrezza che direi quasi levantina, ferma un ciclista che sta venendo verso di noi e chiede di tradurre. L'interruzione della ciclabile c'è ma è parziale. In altre parole si può passare. Pericolo scampato ma penso inevitabilmente a quanti altri ostacoli non previsti dovremo porre rimedio. Non importa. Noi andiamo avanti e a Rosenheim ci arriveremo!

Luisa nel frattempo si sta scaldando. Tocca a lei portarci a Campodazzo. Arriva finalmente il nostro Enrico. La stretta di mano con Luisa per il cambio. Un senso di tenerezza ci prende per un attimo: sono marito e moglie.

L'aria si fa sempre più fresca. Ci avviamo alla prossima tappa dove il nostro “Robertino” Bergamini raccoglierà la fatica e la strada di chi lo ha preceduto e volerà verso Ponte Gardena. Da qui, dopo 110 km circa di corsa, sarà ancora il mio turno. Penso e finché aspetto la stretta di mano dell'amico Roberto mi guardo intorno, forse per la prima volta da quando siamo partiti. Nei miei occhi trovano accoglienza paesaggi che per la tensione stavo quasi per perdere. “L'impegno nella riuscita di questa avventura non può e non deve farmi perdere il gusto di guardarmi attorno e godere delle meraviglie che incontro”. Così penso e mi riprometto mentre vedo il giacchino fluorescente di Gigliola avvicinarsi segno che tra poche centinaia di metri Roberto mi darà il via. Parto. Dopo 3 km circa la ciclabile si inerpica nel bosco. Corro ascoltando il suono dolce dell'acqua che scorre nel fiume lì sotto, respiro l'odore balsamico delle piante che mi accompagnano guardandomi mute. Ecco, è questo che mi ero ripromesso di fare: fare girare l'anima, non solo le gambe! I chilometri scorrono tranquilli sotto le mie suole finché di colpo mi ritrovo nel bel mezzo di un mercato rionale affollato. Anche questo non era stato previsto ma decido di affidarmi al mio senso dell'orientamento; come un bracco da caccia punto deciso verso nord passando con una certa disinvoltura in mezzo a casalinghe intente a scegliere la verdura e turisti a caccia di souvenir tra i banchetti del mercato. Mi sento osservato come fossi un marziano. In effetti non è facile vedere un omone da 190 cm correre tra i banchi di un mercato rionale altoatesino...

Dopo 700 – 800 mt mi sento orgoglioso del mio fiuto. Ho davanti a me di nuovo la ciclabile che avevo lasciato. Mi porterà a Velturno dove stringo la mano al grande “Zocca” che mi aspettava saltellando da un po'. Mentre mi sto avvicinando a lui per passargli il testimone noto una vaga somiglianza con Fiocco di Neve, la capretta saltellante di Heidi. Sono gli effetti del paesaggio??? Mah. Gli sfioro la mano ed il “motorino del Garda” si impenna partendo. La sua meta è Novacella dove noi del gruppo arriviamo dopo circa 30 minuti di pulmino Qui troviamo in resto della carovana. Ci siamo organizzati molto bene; un camper, un furgone per la cucina, e il pulmino

Scendo dal mezzo guidato dal fido Ragnone e subito mi raggiunge il Presidente. “Tuto ben butei?” “Da favola” rispondo io soddisfatto. Il Gildo, lo chef che tutti ci invidiano non corre tantissimo ma prepara cose buonissime, ci mette sotto il naso un bel piatto di pasta. Dal naso alla bocca in qualche secondo... Sono le 11,50 e vediamo arrivare Fabrizio. Abbiamo impiegato 3 ore e mezza per correre 43 km...niente male! Media 4,53 min/km.

Adesso è la volta del “Colomba”, al secolo Roberto Colombari. Persona saggia, pacata, mai eccessiva. Ma anche lui non riesce tanto a controllare i nervi e lo vedo teso mentre in pantaloncini e canottiera si appresta a fare la sua parte in questa avventura. Lo segue un angelo custode in bici. Il suo nome è Rolando, “Rolly” per noi del Gruppo, un nome che è anche una garanzia, in tutti i sensi.

12,30. La temperatura è da Marathon des Sables. Il Colomba parte ma deve fare qualche centinaio di metri in più per trovare l'imbocco della ciclabile. Trovata! Si avvia verso Fortezza ed inizia la salita. Lo lasciamo ad affrontare il suo tratto mentre noi ci spostiamo a Fortezza dove si prepara Attilio. Percepisco che anche lui vuole fare la sua parte ma che ha paura di fare una brutta figura rispetto ai podisti che l'hanno preceduto. Mi sento di dirgli solo una cosa: “Ascolta solo le tue gambe, il resto viene da solo” . Arriva Roberto, parte Attilio. Aspettiamo alla tappa successiva: Le Cave. Da qui raccoglierà il testimone Luca che si porterà a Campo di Trens. Il paesaggio si succede in modo fantastico con un fascino che solo il verde brillante dell'erba e la variazione dell'orizzonte disegnata dai profili dei monti possono dare a piene mani. A proposito: dove sbucherà la ciclabile che ci porterà Luca? Esploriamo per 10 minuti il bosco in cui ci troviamo ma poi siamo sicuri dove avverrà il passaggio di consegne. Parte di nuovo Robertino Bergamini; è la seconda volta di oggi. Questo guerriero mi batterà la mano a Prato Nell'Isarco. Si perché dopo tocca a me. Arriverò al Passo del Brennero. Sono pieno di emozioni. So bene che farò forse uno dei tratti più duri di tutto il percorso ma sono 4 mesi che lo immagino, lo ripercorro nella mente. Mi chiedevo come sarebbe stato passare il confine, calpestare quella terra che è l'ultimo fazzoletto di Italia, di Patria. Da lì in poi sarò straniero.

Sono le 15,58. Parto. Affronto i primi tornanti come si fa sbattendo addosso ad un muro. La salita non ha pietà né di me né di nessuno. Ti aspetta, ti prova. E' fredda, immutabile, rossa come un fuoco che ti sfida, luminosa come la ricompensa che ti promette se la dominerai. Il fido Rolly mi segue in bici. Mi chiede coma va ma io non rispondo non ho il fiato ogni mia energia è protesa a mettere una gamba davanti all'altra. Rolando lo sa. Il Garmin mi dice che l'altimetro è schizzato molto in alto. Dopo 3 interminabili chilometri la strada ha pietà e spiana un po'. Ecco la ricompensa che mi prometteva la salita: davanti a me uno scenario da favola. Nei miei occhi immagini di vallate tenute per mano da montagne imperiose, colori splendidi. Credo non dimenticherò mai più...

La montagna mi richiama alla realtà. Mi sento come Forrest Gump e mi dico “Corri Forrest, corri, non fermarti!” Ad 800 mt dal valico vedo i miei amici, il mio Gruppo. Mi stanno aspettando, applaudono. Tocco la mano del “motorino del Garda” che come al solito impenna e parte. Le 16,45. Porto la Bandiera italiana in Austria. Un altro mio piccolo grande sogno si è avverato, dopo 4 mesi.

Mi sto cambiando ripensando a tutto quello che ho visto e vissuto fino ad ora. Si avvicina il Gianni, il Presidente che con i modi di un bambino felice e la voce rotta dall'emozione mi dice “Ghe l'avemo fata a essar in Austria, l'è massa belo!!”. Incrocio il suo sguardo e penso “L'è proprio massa belo!!”

Ripartiamo con il pulmino ma cambiano dei componenti. Scende Roberto e sale Paolino che aveva corso la notte prima. Adesso ci aspetta la discesa. Chilometri di discesa. Li affronterà il nostro Keniano del Garda, il Fabrizio Zoccatelli. Iniziamo a scendere. Sono, siamo preoccupati. Di Fabrizio neanche l'ombra. Conoscendolo penso a due alternative: accoppiamento nei boschi circostanti o velocità di corsa da moto 125. Dopo 9 km l'arcano è sciolto; era la seconda possibilità. Sta scendendo a circa 18 Km/h!!! Corre come se non ci fosse un domani seguito da Gigliola che nel frattempo è risalita in bici per seguire il suo “amore a 4 tempi”. Dopo 15 Km dal Brennero ci fermiamo per il cambio. Adesso tocca a Paolino. 5 Km da fare con destinazione Pfons. Circa 170 km dalla partenza.

Fabrizio non ha più nemmeno il fiato per parlare. Lo carichiamo come un Grande Invalido della I° Guerra Mondiale e ce lo portiamo ad Ampass. Qui passeremo la notte. Il Colomba sarà l'ultimo frazionista di oggi, Venerdì 25 Giugno 2010. Penso al suo stato d'animo. Vado a cercarlo e lo carico “Vai a tutta Roby, prima arrivi prima vai a dormire...” Lui mi guarda e mi dice “Spero”. Ho un attimo di compassione per lui.

Il clima è goliardico e scherzoso sul pulmino finché percorriamo la prima discesa. Dopo circa 1 km, un dosso di 500 mt. Incrocio lo sguardo con il Ragnone che guida: sarà solo un dosso. I chilometri si inanellano e i dossi si moltiplicano. Emerge lo spirito del gruppo; ci rendiamo conto tutti che la fatica per il nostro povero Roberto Colombari sarebbe improba ed ecco che l'amicizia si fa sentire. Inizia Luca che si offre di fare 4-5 km. Il Keniano del Garda per non essere da meno, pur ancora semincosciente dopo la cavalcata in discesa, offre anche lui la sue leve per fare altri 4-5 km. Mi sento anch'io e mi accollo gli ultimi 5 km. Così il Colomba, viene fermato al 6° chilometro. E' esausto. Ma mai un lamento. Un guerriero si vede in queste situazioni e lui lo è.

Quando tocca a me, verso la fine del mio tratto vedo il cartello che indica l'ultimo chilometro ad Ampass ed in lontananza come un'allucinazione la sagoma dell'amico Roberto Bergamini che in bici mi viene incontro. Ci guiderà al campo base. Arrivo alle 19,35. Gli ultimi 100 mt sono stati insopportabili. Arrivando le parole di Giuditta mi risvegliano dal torpore della fatica. Vuole le maglie per poterle lavare ed asciugare per domani mattina. E' una donna splendida, una vera mamma per tutta la parte “giovane” del Gruppo Marciatori Pacengo.

Rolando mi informa che abbiamo fatto 86 km in 7 ore e 5 minuti. Media 5,07 min/km. Molto bene, sta andando tutto molto bene...

Dopo la doccia con le taniche, in pieno stile Far West, rivolgiamo, ognuno nel proprio cuore, una preghiera al Padreterno perché ci conservi per almeno altri 100 anni il Gildo. E si; è lui che ha creato le lasagne con l'anitra ed il loro profumo che inonda le nostre narici. Lunga vita a Gildo!! Amen.

Guardo il Gruppo riunito al completo; è la prima volta da quando siamo partiti. La felicità, i sorrisi. E' una soddisfazione per tutti. Così doveva essere. Così è.

Ma non dobbiamo deconcentrarci. Circa 115 km ci separano dagli amici tedeschi di Rosenheim. Con Gianni, Fabrizio e Maurizio, il nostro “tattico”, guardiamo la pianta stradale. Sembriamo lo stato maggiore di Rommel prima della battaglia di El Alamein. Si decide di partire alle 5,00 di domani mattina, Sabato 26 Giugno, posticipando quindi di un'ora l'orario previsto in un primo tempo.

Ci prepariamo a dormire nei sacchi a pelo, in una stanza messa a disposizione da un uomo caritatevole del posto convinto attraverso le traduzioni della nostra Lillia ,“podista interprete”, unica conoscitrice nel gruppo della lingua dei Tèutoni.

Le 21,30 di questo indimenticabile Venerdì 25 Giugno. I miei compagni di avventura stanno tutti dormendo. Per me la corsa non è ancora finita, almeno nella mia mente. Penso che domani sera dormirò in un letto vero. Mi addormento e... sogno di correre.

Sono le 4,30 di oggi, Sabato 26 Giugno 2010. Mi alzo, esco e trovo Gianni e Renato che sono già sulla breccia da un po'. Il cielo non promette molto di buono; è nuvoloso e scende una leggera pioggerella. Come da programma accordato ieri sera alle 5 in punto la carovana toglie le tende e punta verso nord. Lo Scudo parte portando con sé Renato, Andrea, Macacchero. Maurizio sarà il primo a partire oggi. Insieme a Gianni, il Presidente, dovranno percorrere 30 km arrivando a Jenbach. A quel punto circa 100 km ci separeranno da Rosenheim. Seguono in bici Rolly e Paolo Donatelli.

Intanto il gruppo si avvia a Jenbach e predisponiamo tutto per il cambio in staffetta. Arriviamo nel parcheggio di un supermercato la cui apertura è alle 7,30. Ma Gildo è davanti alle porte d'entrata dalle 7,10, con l'espressione di un cucciolo abbandonato guarda dentro il supermercato. La commessa compassionevole lo fa entrare 10 minuti prima dell'orario ufficiale e lui ne esce con le provviste per la giornata.

Ore 7,45. Andrea, il più giovane della nostra comitiva, prende forma in lontananza. Paolino gli va incontro per ricevere il via e parte. I prossimi staffettisti saranno nell'ordine: Attilio, Luisa, Enrico, chi sta scrivendo e Luca. Obbiettivo primario: pausa pranzo. Obbiettivo secondario: Oberaudorf.

Da Jenbach a Oberaundorf, i cambi si consumano con una regolarità quasi contabile. Attraversiamo paesaggi sempre bellissimi, immersi nel verde e nella tranquillità. Per un attimo sono assalito dai dubbi: ho le gambe che non ne vogliono sapere di ammorbidirsi. Mi concederanno anche questi ultimi 13 km? Lo saprò subito. Enrico mi tocca la mano. Parto. Ancora emozioni che si spostano dal cuore alla testa. Dopo i primi 2 km inizia un “mangia e bevi” fatto di salite e discese nemmeno troppo impegnative ma stancanti. Ad un tratto tutto questo finisce e mi sento come catapultato su una di quelle strade perfettamente diritte che attraversano zone infuocate di deserto. Ma qui non dovremmo essere nel deserto. In realtà si è materializzato sotto le scarpe un rettilineo che sembra senza fine, fatto di asfalto bollente e temperatura torrida. Stringo i denti, annaspo. Ma non la do vinta né alla strada né al caldo che vorrebbero piegarmi. Paolo che mi segue e Rolly che mi precede in bici mi dicono di non guardare avanti ma di guardare il cielo. Si: il cielo. 61 i minuti di sofferenza che mi permettono di stringere la mano al podista che correrà dopo di me, Luca. “Vai a tutta, Luca!!” vorrei urlargli mentre gli consegno i miei chilometri e la mia stanchezza attraverso la stretta di mano. Ma esce solo un filo di voce dalla mia gola arsa. Sono stanchissimo ma felice, come si dice in queste occasioni. Arriviamo con il pulmino a Oberaundorf e lì troviamo tutto pronto, tavoli panchine, pane e salame. Una grande prova di tutto il supporto logistico. Luca arriva alla 12,00 in punto come se non avesse voluto mancare all'appuntamento con il pranzo. I due ciclisti che lo hanno assistito, sono stati stoici; 84 km in 7 ore di bici...

Mentre ci mettiamo a tavola con davanti un piatto di pasta al pesto “made il Gildo”, il povero Colomba scalpita a stomaco vuoto. Sarà lui infatti a partire. E la regola numero uno del podista vieta di correre a stomaco pieno. Ispira tenerezza il buon Colombari Roberto: lui tutto concentrato sulla corsa noi concentrati sui piatti... “La giustizia non è di questo mondo e la vita riserva anche questo” starà pensando finché scalda le leve.

Il sole delle 12,30 oggi non ha pietà nemmeno qui nelle terre che dovrebbero portare in dono estati più miti rispetto al Bel Paese. Ma per il Colombari il problema non si pone. Parte scortato da 4 ciclisti: Paolo, Rolando ma anche l'indomita Gigliola ed Attilio. Partita la comitiva che assomiglia molto alla scorta del tedoforo olimpico, Maurizio porta con lo Scudo alla prossima destinazione gli ultimi staffettisti di questa impresa che sta quasi per compiersi: il “motorino del Garda”, Fabrizio ed i piccoli ma grandi in umiltà e coraggio Gino e Tamara. Andiamo ad aspettare il Colomba a Sonnhart, Germania.

Il Zocca appena toccato da Roberto, come al solito, impenna e parte per portarsi a Neubeuern. E' stanco Fabrizio, ma anche lui soddisfatto.

Penultima frazione di corsa. Neubeuern – Thansau. Circa 390 km da Lazise. Il percorso si stacca di parecchio rispetto alla ciclabile che fino a qui abbiamo seguito. Toccherà a Tamara e Gino arrivare a Thansau, a un passo da Rosenheim. Tamara mi confida il timore di fare brutta figura. Ma nella corsa non si fa mai brutta figura. Correre è sempre e solo gioia e fatica. Indipendentemente dalla velocità e dai risultati. E la fatica è parte inseparabile della gioia.

Sta arrivando Fabrizio con scorta olimpica al seguito. 10 km in 43 minuti. Una furia kenyana. Ecco il cambio. Partono Gino e Tamara; appuntamento alla periferia di Thansau.

Il telefono squilla. E' il Presidente che eccitatissimo mi spiega la strada per arrivare al ritrovo. Sono là i miei amici, il nostro Gruppo Marciatori Pacengo, tutti pronti, con le maglie celebrative. Ci siamo quasi. Sta per arrivare il momento del nostro trionfo.

14,20. Arriva la coppia partita da Neubeuern. Siamo tutti riuniti finalmente. Le maglie che abbiamo creato per l'evento fanno un bell'occhio indossate. Ci prepariamo per il gran finale: una passerella di 5 km. Ora capisco come doveva sentirsi un legionario romano tornando vittorioso da una spedizione ed accolto con il Trionfo riservato agli Eroi di Roma Imperiale!

Mentre faccio i miei viaggi pindarici nella Roma dei Cesari, arriva un componente del gruppo podistico di Rosenheim e ci annuncia che saranno loro a scortarci fino al centro della città tedesca. Ci da appuntamento per le 16,15. Parliamo tra noi, aspettando, quando arrivano altri podisti tedeschi che tentano con grande senso dell'ospitalità di imbastire qualche discorso con noi. Ma il problema della lingua è insormontabile. Capiamo comunque che ci vogliono esprimere grande gioia per la nostra vista.

Siamo in Germania e per non essere considerati meno precisi di loro alle 16,15 in punto iniziamo a trotterellare in gruppo: destinazione Rosenheim centro. Passato un ponte quando mancano un paio di chilometri alla fine tiriamo fuori i nostri stendardi: la Bandiera italiana e quella di Lazise. Mi metto in testa al gruppo con Gianni stringendo con infinito orgoglio il Tricolore. Sventola trattenuta dalle nostre mani, la bandiera italiana. La guardo come un figlio guarda la madre. Talvolta ingiusta, talvolta incomprensibile, altre volte meravigliosa ed inaspettata ma pur sempre Madre.

Il nostro giro trionfale ci fa passare per il centro della Fiera per poi caracollare, come dei cavalieri medioevali in parata, attraverso tutti i luoghi più importanti di Rosenheim, Germania. Mentre passiamo fieri, la gente ci applaude. Ultimi 300 metri. Gli occhi e la mente sono pieni di immagini e suoni che si susseguono come i colori di un caleidoscopio. Sono ubriaco di felicità ed adrenalina. Sentiamo che la banda comincia a suonare. Vediamo il palco con il nostro Sindaco di Lazise. Percorro gli ultimi 10 metri di questa fantastica avventura misurando ogni passo, quasi volando. Tendo le mani che portano il Tricolore al Sindaco di Rosenheim, il Borgomastro come lo chiamano qui, e pronuncio l'ultima frase: “Questa l'abbiamo portata dall'Italia con il sudore e la fatica. Ve la consegniamo perché ne abbiate cura!”.

Ecco è l'impresa è compiuta. Il mio cuore, come quello dei miei compagni di avventura trabocca di orgoglio. Si, sono orgoglioso di essere italiano! Sono orgoglioso di quello che siamo riusciti a fare!Giro gli occhi e vedo il Presidente, commosso: ci stringiamo le mani. Ce l'abbiamo fatta Gianni penso, e sono sicuro che lui me lo legge negli occhi.

Il mio pensiero ed i miei occhi vanno subito in cerca di Cinzia, mia moglie, l'altra metà del mio cielo... Devo ringraziarla più di chiunque altro. In questi 4 mesi ha sopportato tanto: le mie assenze da casa, le riunioni, le tensioni. Una parte di questa impresa appartiene sicuramente anche a lei.

La cerimonia che segue è sobria, come nello stile dei nostri amici tedeschi. Foto finale e rompete le righe. E' Sabato 26 Giugno 2010. E noi eravamo lì.

Abbiamo percorso 410 Km il 33 ore, con una media di 4,5 min/km, 12,424 Km/ora.

Domenica, domani, a Lazise torneranno delle persone che hanno vissuto un'esperienza unica e per qualche verso epica. Ognuno di queste persone porterà dentro di se ricordi che saranno solo suoi perché comunque indescrivibili e che gli apparterranno per tutta la vita.

Quelli che avete letto qui sono i miei. Per sempre.


Massimo “Max” Buio



P.S. I giorni 24 – 25 – 26 Giugno 2010 rimarranno indelebili e probabilmente tra i migliori nella storia del nostro Gruppo Marciatori Pacengo.

Un saluto ed un grazie particolare all'Ass. Bertoldi, amico e persona splendida senza il cui aiuto ciò che avete letto non sarebbe stato così leggendario. Grazie Claudio da tutti noi!

E poi c'è il nostro Presidente, Gianni Gatto. Ha sponsorizzato questa magnifica avventura ma soprattutto è stato, come sempre, il cardine sul quale si è costruito tutto. Grazie Gianni il Gruppo e direi tutta Pacengo ti deve molto!

Viva il G.M.PACENGO! Viva l'ITALIA!

I NOMI NELLA LEGGENDA

PODISTI

Gatto Gianni

Nulli Loris

Nulli Manuel

Gatto Barbara

Donatelli Irene

Donatelli Elena

Bigagnoli Paolo

Macacchero Luigi

Sartori Andrea

Lonardi Luciano

Urbali Tamara

Coppini Gino

Colombari Roberto

Pasquardini Attilio

Cesaro Luca

Bergamini Roberto

Zoccatelli Fabrizio

Buio Massimo

Lugoboni Enrico

Gatto Luisa

Brentegani Maurizio


CICLISTI


Donatelli Paolo

Piccotini Rolando

Lugoboni Gigliola


CHEF

Giuliano Gildo

Giglioli Pietro


AUTISTI “SCUDO”

Ragno Massimo

Sartori Renato


AUTISTA FURGONE

Perinelli Mauro


AUTISTI CAMPER

Colombari Tullio


ASSISTENZA MEDICA

Dalla Brea Luciano


DONNA D'ORO

Dalle Vedove Giuditta

L'AVVENTURA LAZISE – ROSENHEIM...



NUOVO: QUI POTETE VEDERE TUTTO IL PERCORSO, ALTIMETRIE E FRAZIONI DI CORSA!!!!


View Interactive Map on MapMyRun.com


Giovedi 24 Giugno 2010, inizia per il Gruppo Marciatori Pacengo, un'avventura che ci porterà a coprire in staffetta i 410 km che ci separano dalla città tedesca di Rosenheim in Alta Baviera, pochi chilometri a sud di Monaco, gemellata con Lazise dal 1974.
Alle 18,00 del 24 è fissata la partenza dal lungolago di Lazise con il saluto del Sindaco. Si proseguirà in direzione Brennero passando attraverso la Valdadige per poi fare rotta verso la nostra meta che pensiamo di raggiungere verso le 17,00 di Sabato 26 Giugno.

All'arrivo a Rosenheim, ci sarà l'incontro con le Autorità cittadine a cui seguirà una cena offerta dalla stessa Amministazione della città nostra gemellata.

Dal punto di vista organizzativo, la “carovana” sarà composta da un camper, un furgone attrezzato a cucina con tutto il necessario, un pulmino di 20 posti, una vettura che ospiterà 6 persone ed in più ci saranno anche 4 bici.

Il Sabato 26 mattina partirà anche un pullman (messo a disposizione dall'Amministazione Comunale di Lazise) che porterà a Rosenheim i familiari dei podisti che parteciperanno all'impresa e tutti coloro che vorranno partecipare.

Queste sotto sono le MAGLIE celebrative che abbiamo pensato per questo evento











A questo punto è doveroso un ringraziamento: è per KM SPORT di Bussolengo, nostro negozio di riferimento, ed in particolare per il nostro amico Simone Crema, che ha sponsorizzato la realizzazione delle due maglie che vedete qui sopra.

Infine mi permetto una considerazione personale: in questi mesi di preparazione all'”impresa”, durante i quali un po' tutti abbiamo impegnato un po' del nostro tempo e della nostra passione per creare dal nulla ed organizzare al meglio questo evento unico e irripetibile per il nostro Gruppo, ho visto un'interesse ed una passione grandissimi da parte di tutti i membri del Direttivo G.M.Pacengo. Era da tantissimo tempo che non notavo un'entusiasmo così forte; anche e soprattutto da parte del nostro Presidente, il mitico Gianni Gatto che "non sta più nella pelle” in attesa del giorno della partenza.

Sono sicuro che sarà un'esperienza fantastica, irripetibile ed unica per il nostro piccolo grande GRUPPO MARCIATORI PACENGO.

In bocca al lupo a tutti!!!!

Massimo

Il grande Baldini saluta il G.M. Pacengo!!

All'arrivo della Verona Half Marathon di Domenica 8 Febbraio 2009, il grande campione (arrivato I° con 1.04.49)

STEFANO BALDINI


ha salutato i rappresentanti del G.M. Pacengo!!!